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Sabato 8 luglio, cinquanta giorni dopo l’inaugurazione, "la Fata Bianca" (come era chiamata l'Esposizione) venne completamente divorata da un violento ed improvviso incendio, probabilmente causato da un corto circuito. In 45 minuti era ridotta ad un enorme ammasso di macerie fumanti. L'incendio scoppiò alle 9.45 ed alle ore 10.30 tutto era cenere, calcinacci e ferro annerito e contorto. Alle undici il vasto incendio era quasi spento.
Quel poco che era rimasto fu raccolto in una sala del Museo Civico "Paolo Giovio" e, sotto la guida di collaboratori e consulenti esperti in materia, si giunse a comporre la serie distrutta degli strumenti da affiancare a quelli originali e ai ricordi personali di Alessandro Volta, mentre in un chiosco della nuova Esposizione vennero messe in mostra le fotografie, le copie dei cimeli e altri avanzi recuperati dall'incendio.
Successivamente, i cimeli "sopravvissuti" e le ricostruzioni furono collocate nel Tempio Voltiano, inaugurato nel 1928.
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